Microplastiche: cosa sono, perché sono un problema e come ridurle nella vita quotidiana

Microplastiche: cosa sono, perché sono un problema e come ridurle nella vita quotidiana

Indice

  1. Cosa sono le microplastiche
  2. Le principali fonti di microplastiche
  3. Quanto è grande il problema?
  4. Le risposte dell’Unione Europea
  5. Cosa possiamo fare noi ogni giorno
  6. Conclusione

Le microplastiche sono minuscoli frammenti di plastica, più piccoli di 5 millimetri, ormai presenti ovunque: nei mari, nei fiumi, nel suolo e persino nell’aria che respiriamo. Invisibili a occhio nudo, ma con effetti enormi sull’ambiente e sulla nostra salute.

In questo articolo vedremo cosa sono, da dove derivano, perché rappresentano un pericolo crescente e cosa possiamo fare, come singoli consumatori, per ridurne la diffusione.

Cosa sono le microplastiche

Le microplastiche sono particelle che possono avere due origini diverse:

  • Primarie: prodotte intenzionalmente già in formato “micro” (come i microgranuli presenti in alcuni cosmetici o le fibre sintetiche dei tessuti). Costituiscono circa il 15-31% delle microplastiche presenti in mare.
  • Secondarie: derivano dalla frammentazione di oggetti di plastica più grandi (bottiglie, sacchetti, reti da pesca). Sono la fetta più grande del problema, pari al 68-81%.

Le principali fonti di microplastiche

Tra le fonti più comuni di rilascio nell’ambiente troviamo:

  • Lavaggio dei tessuti sintetici: fibre di poliestere, nylon e acrilico rilasciano microplastiche a ogni ciclo di lavatrice.
  • Usura degli pneumatici: l’abrasione delle gomme durante la guida è una delle cause maggiori.
  • Cosmetici e detergenti: alcuni prodotti contengono ancora microgranuli plastici.
  • Imballaggi e oggetti usa e getta: si degradano lentamente in frammenti sempre più piccoli.

Quanto è grande il problema?

Secondo l’ONU (2017), nei mari ci sono circa 51.000 miliardi di particelle di microplastica, 500 volte più numerose delle stelle della nostra galassia.

Gli effetti sono già evidenti:

  • Sulla fauna marina e terrestre: gli animali ingeriscono microplastiche, con danni al sistema digestivo e rischio di morte.
  • Sulla catena alimentare: ciò che mangiano i pesci, arriva anche sulle nostre tavole. Tracce di microplastiche sono state trovate in sale, miele, acqua e birra.
  • Sulla salute umana: ricerche preliminari mostrano possibili rischi per il sistema respiratorio, cardiovascolare ed endocrino.

Le risposte dell’Unione Europea

Negli ultimi anni l’UE ha adottato alcune misure per limitare la diffusione delle microplastiche:

  • Divieto di alcuni prodotti in plastica monouso (piatti, posate, cannucce, cotton fioc).
  • Limitazione delle microplastiche nei cosmetici e detergenti.
  • Obblighi per i produttori di ridurre il rilascio da tessuti, pneumatici e vernici.

Cosa possiamo fare noi ogni giorno

Nonostante il problema sia enorme, possiamo ridurre la nostra impronta quotidiana con gesti semplici e concreti:

  • Usa sacchetti filtranti per la lavatrice (come la Guppyfriend Bag) per trattenere le fibre sintetiche.
  • Scegli cosmetici senza microplastiche, verificando gli ingredienti o usando app come Beat the Microbead.
  • Ricicla correttamente gli abiti sintetici invece di buttarli nell’indifferenziata.
  • Riduci l’usa e getta: porta sempre con te borraccia, posate riutilizzabili e sacchetti in tessuto.
  • Compra frutta e verdura sfusa, evitando gli imballaggi superflui.
  • Sostituisci spugne e accessori in plastica con alternative biodegradabili o riutilizzabili.

Conclusione

Le microplastiche rappresentano una delle sfide ambientali più urgenti del nostro tempo. Non esiste una soluzione semplice e immediata, ma con scelte più consapevoli possiamo contribuire a ridurre la loro diffusione.

Ogni volta che scegliamo un prodotto sostenibile, che evitiamo plastica usa e getta o che spieghiamo ad altri l’importanza di questo tema, stiamo facendo la nostra parte per un futuro più pulito.

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